martedì 16 ottobre 2012

Atom Heart Mother

Atom Heart Mother è il 5° album del gruppo inglese Pink Floyd.
È considerato un classico degli anni Settanta. È uno dei primi album pubblicati da una major (EMI) a non recare il nome del gruppo in copertina.
Il disco apre la seconda fase della storia dei Pink Floyd e segna un punto di svolta nella loro carriera. Per abbandonare l'immagine di rock spaziale psichedelico dei lavori precedenti (etichetta che non sopportavano), il gruppo tornò in studio dopo massacranti concerti, convinto di doversi costruire una nuova immagine. Avendo sperimentato tutte le possibili varianti tecniche e sonore dei loro brillanti esordi, la strada da imboccare verso un progressive rock più maturo si presentava ardua e senza un punto focale. 
Si decise di procedere come era avvenuto per il brano A Saucerful of Secrets, dell’omonimo album, lavorando tutti insieme e giustapponendo le diverse parti, derivate da altrettante improvvisazioni in studio; a collegare le varie sezioni strumentali, intermezzi parlati oppure complesse sfumature di raccordo tra i vari strumenti.

Tra marzo e agosto furono prodotte due strumentali lunghe e tre brani semplici. La title track (in origine Untitled Epic) era un semplice pezzo per quattro strumenti, ma dopo averlo messo insieme i Pink Floyd si resero conto che era troppo debole e pensarono che un arrangiamento orchestrale l’avrebbe reso più corposo. Ron Geesin, compositore sperimentale, amico di Nick Mason e Roger Waters, conosciuto dal bassista in occasione del lavoro fatto insieme per Music from "The Body", colonna sonora del documentario The Body di Anthony Battersby e Tony Garnett, era la persona giusta. Pioniere della musica sperimentale in Gran Bretagna, aveva molti sostenitori, tra cui il compositore di musica d’avanguardia, Cornelius Cardew.

Il titolo definitivo fu pensato da Nick Mason su suggerimento dello stesso Ron Geesin, che aveva consigliato di leggere qualche buon articolo sul giornale. La notizia di una donna con un pace-maker atomico in attesa di un bambino era suggestiva: Atom Heart Mother titolava il trafiletto.
Sebbene privo di un punto focale l’album diede buoni risultati nelle vendite, raggiungendo la prima posizione nella classifica inglese e la posizione 55 in quella americana.

Nel filmato seguente, la celebre suite iniziale del disco, suddivisa nelle sei sezioni Father's Shout, Breast Milky, Mother Fore, Funky Dung, Mind Your Throats Please, Remergence.


La famosa copertina, ispirata dalla carta da parati con le mucche di Andy Warhol, realizzava un’idea del gruppo che aveva chiesto qualcosa di ordinario ed estremamente semplice, il più lontano possibile dalle immagini dello space rock degli esordi.
Il grafico Storm Thorgerson, incaricato di confezionare la copertina del disco, si recò nella campagna a nord di Londra, e immortalò alcuni splendidi esemplari bovini: la mucca vincitrice (con tanto di pedigree) era una frisona di nome Lulubelle III appartenente al signor Arthur Chalke (che in seguito proverà invano a chiedere un compenso). L'autore definì il suo scatto come "la foto definitiva di una mucca".
Il grafico aveva sottoposto al gruppo altre due idee: un tuffatore su un trampolino e una donna davanti una scalinata, ma i Pink Floyd scelsero la mucca.  La scelta risultò essere anche la più economica: costò poco più di 30 sterline. Quando Storm Thorgerson mostrò la copertina a un funzionario della EMI, ricevette questa risposta: "Ma sei matto? Vuoi rovinare questa casa discografica?'".

Non esiste alcun collegamento tra la mucca e i brani presenti sul disco anche se recentemente lo stesso Nick Mason ha accennato ad una simbologia classica che vede la mucca come rappresentazione della Madre Terra e quindi un riferimento indiretto alla "madre dal cuore atomico", con l'assonanza fra le parole "Heart" ("Cuore") e "Earth" ("Terra").

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