venerdì 28 dicembre 2012

Sasso

[sàs-so] s.m.

1
Massa di roccia o materiale roccioso in genere || figg. essere duro come il s., avere il cuore di s., essere di s., essere insensibile, spietato | restare, rimanere di s., attonito, stupefatto

2
lett. Cima rocciosa di un monte, parete rocciosa; in tal senso ricorre anche in toponimi come Sasso, Gran Sasso, Sassoferrato ecc.

3
Piccolo frammento di roccia SIN pietra, ciottolo || figg. tirare il s. e nascondere la mano, non assumersi la responsabilità delle proprie azioni | tirare un s. nello stagno, suscitare intenzionalmente polemiche e discussi

4
Definizione di sasso nell'enciclopedia dantesca

martedì 25 dicembre 2012

Adolphe Sax

Antoine-Joseph Sax, detto Adolphe (Dinant, 6 novembre 1814 – Parigi, 7 febbraio 1894), è stato un inventore e costruttore di strumenti musicali belga. Deve la sua fama soprattutto all'invenzione del saxofono.
Adolphe Sax nacque a Dinant, nel Belgio francofono, primo di 11 fratelli. Suo padre, Charles-Joseph Sax, era costruttore di strumenti musicali a Bruxelles, in particolare flauti, clarinetti, fagotti e serpenti. Nel 1824 brevettò il "Cor omnitonique", un corno innovativo.
Adolphe ereditò la passione del padre e cominciò giovanissimo a costruire strumenti.  Nel corso degli anni inventò modelli innovativi e sperimentali di clarinetti e ottoni, ma la sua più grande invenzione fu certamente il saxofono: in esso unì l'imboccatura ad ancia semplice del clarinetto, un sistema di chiavi ispirato al clarinetto, all'oboe ed al flauto ed un canneggio conico in metallo. Questo "ibrido", pur appartenendo alla famiglia dei legni ed avendone la flessibilità tecnica, permette un grande volume di suono, paragonabile a quello degli ottoni.

La famiglia completa (sopranino, soprano, contralto, tenore, baritono, basso e contrabbasso) fu brevettata e presentata nel 1846, anche se brevetti parziali risalgono anche al 1838. Il saxofono fu concepito per banda e per orchestra, con due distinte famiglie, tagliate rispettivamente nelle tonalità di Sib-Mib e Do-Fa. La seconda famiglia - destinata, nelle intenzioni di Sax, ad un uso prevalentemente orchestrale - godette di fortuna molto minore rispetto alla prima ed è oggi assai rara.

Il compositore Hector Berlioz elogiò più volte lo strumento, a partire da un celebre articolo del giugno 1842 fino al lusinghiero capitolo dedicato al saxofono nel celebre "Trattato di strumentazione".
Sax fu il primo insegnante di saxofono al Conservatorio Superiore di Parigi, dal 1857 fino alla chiusura nel 1870 dovuta alla guerra franco-prussiana. In Italia, il Conservatorio di Bologna adottò gli strumenti di Sax su consiglio di Gioacchino Rossini nel 1844. Parallelamente all'attività di inventore, costruttore ed insegnante, Sax fondò e guidò una piccola casa editrice, si dedicò alla riorganizzazione delle bande militari, fu compositore, arrangiatore, esecutore sui suoi strumenti e maestro di banda. Progettò timpani senza bacino e pelli impermeabili per strumenti a percussione così come sale da concerto e addirittura macchine per aerosol.

Sax continuò la sua attività, nonostante le azioni decisamente ostili di altri fabbricanti di strumenti che lo portarono due volte alla bancarotta. Fu boicottato in tutti i modi, incendi dolosi scoppiarono nella sua azienda, i suoi 200 dipendenti furono intimoriti o lusingati per costringerli a licenziarsi, subì numerose aggressioni fisiche e venne trascinato in tribunale in innumerevoli processi. Anche il suo stato di salute ne risentì: soffrì infatti di cancro al labbro superiore nel 1858. Alle cure tradizionali (gli era stato suggerito un rischioso intervento chirurgico) preferì una pianta indiana che pare lo guarisse miracolosamente aumentando le maldicenze sul suo conto.
Morì in miseria nel 1894 a Parigi e fu sepolto nel Cimitero di Montmartre.

venerdì 21 dicembre 2012

Sassofono baritono

Il sassofono baritono è la voce baritonale della famiglia dei sassofoni.

Si tratta di uno strumento traspositore in Mib. La sua estensione reale va dal Reb3 al La5, ma, come per tutti i sassofoni, viene scritta dal Sib4 al Fa#7. In situazioni orchestrali accade di trovare parti per baritono scritte in chiave di Fa (chiave di basso), il che rende possibile utilizzare a questo scopo parti per tuba o trombone: questo richiede un relativo sforzo allo strumentista, poiché in chiave di basso, dopo la riscrittura in Do, la posizione delle note, con opportuni adattamenti delle alterazioni, resta la stessa della parte tradizionale.

I moderni sassofoni baritoni hanno spesso una campana allungata che alloggia una chiave addizionale (azionata da una leva situata sotto il portavoce - disposizione che si trova raramente anche in alcuni tenori e contralti) che permette l'emissione del La grave (Do2 d'effetto, la nota più bassa del violoncello).Il baritono è il sassofono grave di uso più comune.

Viene suonato abitualmente senza particolari supporti (mentre gli strumenti più gravi vengono normalmente appoggiati a terra tramite treppiedi o sostegni simili). Tra i sassofoni comuni, si distingue per le dimensioni e la caratteristica voluta del collo, che serve a limitare l'altezza complessiva dello strumento, che è comunque considerevole.

Il peso dello strumento (6.5 kg) lo rende scomodo per le bande in movimento ((EN) marching band) e di difficile sostegno in generale, soprattutto se suonato in piedi, per cui è abbastanza usuale che il collarino usato per il tenore e il contralto venga sostituito da un'imbragatura che distribuisce il peso dello strumento, che per gli altri sassofoni è interamente sostenuto dal collo, sulle spalle e la schiena del suonatore.

Informazioni generali sullo strumento e sul suo funzionamento

giovedì 20 dicembre 2012

Gerry Mulligan

Gerry Mulligan (New York, 6 aprile 1927 – Darien, 20 gennaio 1996) è stato un sassofonista, compositore e arrangiatore statunitense, uno dei fondatori della scuola conosciuta come cool jazz.

Mulligan fu un vero rivoluzionario, riuscendo a dare una luce nuova al sax baritono, utilizzato fino ad allora come "colore" nella sezione dei sassofoni, e facendolo assurgere a vero e proprio strumento solista.

Spesso viene ricordato come il primo grande esponente di quel tipo di jazz chiamato cool, un jazz orecchiabile, ricco di swing, di giri armonici e sonorità raffinate, suonato principalmente da bianchi, in contrapposizione con il bebop degli afroamericani.
Mulligan fu un protagonista della corrente cool fin dai primi tempi, con la sua partecipazione - come compositore, arrangiatore e strumentista - al celebre nonetto di Miles Davis, ai cui concerti, documentati dal famoso disco "Birth of the Cool" del 1949, si fa generalmente risalire la nascita del movimento.
Questa impronta stilistica rimarrà poi sempre presente nelle improvvisazioni e composizioni di Mulligan, che non se ne allontanò mai troppo, malgrado l'avvicendarsi di nuove tendenze nel panorama jazzistico.

martedì 18 dicembre 2012

Astor Piazzolla

Ástor Pantaleón Piazzolla (Mar del Plata, 11 marzo 1921 – Buenos Aires, 4 luglio 1992) fu un musicista e compositore argentino. Riformatore del tango e strumentista d'avanguardia, è considerato il musicista più importante del suo Paese e in generale tra i più importanti del XX secolo; autore di diverse collaborazioni con artisti di vario genere (tra cui i conterranei Amelita Baltar e Lalo Schifrin, il jazzista statunitense Gerry Mulligan e, per quanto riguarda quelle in lingua italiana, la cantante Milva), per le sue commistioni di tango e jazz fu il catalizzatore di pesanti critiche rivolte al nuevo tango dai puristi del genere, che lo definirono el asesino del Tango (l'assassino del Tango).

È autore di numerosi brani sia strumentali che vocali, tra i più noti dei quali si citano Libertango, Adiós Nonino, María de Buenos Aires (con la voce di Milva), Summit, dall'album Summit-Reunion Cumbre, (con Gerry Mulligan).
La sua città di origine, Mar del Plata, gli rese omaggio intitolandogli nel 2008 il suo aeroporto internazionale

Sito Ufficiale

lunedì 17 dicembre 2012

Buenos Aires

Jorge Luis Borges
"Buenos Aires"

Y la ciudad, ahora, es como un plano
De mis humillaciones y fracasos;
Desde esa puerta he visto los ocasos
Y ante ese màrmol he aguardado en vano.
Aquì el incierto ayer y el hoy distinto
Me han deparado los comunes casos
De toda suerte humana; aquì mis pasos
Urden su incalculable laberinto.
Aquì la tarde cenicienta espera
El fruto que le debe la mañana;
Aquì mi sombra en la no menos vana
Sombra final se perderà, ligera.
No nos une el amor sino el espanto;
Serà por eso que la quiero tanto.


Traduzione di Livio Bacchi Wilcock:

E la città, adesso, è come una mappa
delle mie umiliazioni e fallimenti;
da quella porta ho visto i tramonti
e davanti a quel marmo ho aspettato invano.
Qui l'incerto ieri e l'oggi diverso
mi hanno offerto i comuni casi
di ogni sorte umana; qui i miei passi
ordiscono il loro incalcolabile labirinto.
Qui la sera cenerognola aspetta
il frutto che le deve il mattino;
qui la mia ombra nella non meno vana
ombra finale si perderà, leggera.
Non ci unisce l'amore ma lo spavento;
sarà per questo che l'amo tanto.

Plaza de Mayo

Plaza de Mayo è la piazza principale di Buenos Aires, costruita nel 1580.

Sulla piazza si affacciano alcuni degli edifici civili e religiosi più importanti della città: il Cabildo de Buenos Aires, la Casa Rosada (sede del governo nazionale), la cattedrale, la sede del governo cittadino e la Banca Nazionale.

Sin dal XIX secolo, la Plaza de Mayo è il centro della vita politica di Buenos Aires, e per estensione dell'Argentina. Il suo attuale nome, che significa "piazza di maggio", commemora la rivoluzione di maggio del 1810, che diede inizio al processo che portò all'indipendenza dalla Spagna nel 1816.

Il 17 ottobre 1945 in Plaza de Mayo si tenne una dimostrazione sindacale di massa per ottenere il rilascio del detenuto Juan Domingo Perón, che sarebbe diventato poi Presidente dell'Argentina. Per molto tempo i peronisti continuarono a radurarsi nella Plaza de Mayo ogni anno il 17 ottobre per dimostrare il loro sostegno al loro leader.

Dagli anni settanta è il luogo dove ogni giovedì le madri di Plaza de Mayo, ovvero le madri dei desaparecidos si ritrovano a commemorare i figli scomparsi.

Il 2 aprile 1982 una folla si radunò per manifestare il supporto a Leopoldo Galtieri che aveva intrapreso la Guerra delle Falkland.

Nel dicembre del 2001 la Plaza de Mayo fu di nuovo teatro di scontri, durante la rivolta popolare scoppiata in seguito alla grave crisi economica che aveva colpito l'Argentina.

mercoledì 12 dicembre 2012

Le Pazze


"Le Pazze" è un libro di Daniela Padoan pubblicato nel 2005 da Bompiani con il contributo delle "Madri di Plaza de Mayo", che si incontrano ogni giovedì pomeriggio nella piazza principale di Buenos Aires per non dimenticare i loro figli e nipoti "desaparecidos".
"Ci chiamavano le pazze, e qualcuno pensava che fosse un'offesa. Certo, ci mettevano dentro tutti i giovedì, e noi ritornavamo. Ma noi sapevamo di essere pazze d'amore, pazze dal desiderio di ritrovare i nostri figli… Abbiamo rovesciato il significato dell'insulto di quegli assassini. A volte sono proprio i pazzi, insieme ai bambini, quelli che dicono la verità."
Dopo il golpe del 24 marzo 1976, le Madri argentine di Plaza de Mayo ebbero il coraggio di sfidare la dittatura, decise a ritrovare i figli scomparsi. Solo in seguito seppero che i militari avevano sequestrato e ucciso trentamila oppositori politici, ragazzi e ragazze torturati nei campi di concentramento clandestini disseminati nell'intero paese, gettati in mare con i "voli della morte". Sito delle Madri


Matte painting

Il matte painting (che si può tradurre con pittura di sfondi) è una tecnica usata prevalentemente in ambito cinematografico utilizzata per permettere la rappresentazione di paesaggi o luoghi altrimenti troppo costosi se non impossibili da ricostruire o raggiungere direttamente.

Alcuni esempi di matte painting.

Le caserme nel film All'ovest niente di nuovo
Gli uccelli che sorvolano Bodega Bay, guardando la città sottostante nel film Gli uccelli
Le riprese dell'ufficio delle Nazioni Unite a New York e del Monte Rushmore nel film Intrigo internazionale
La vista dell'isola del Teschio nel film King Kong
Mary Poppins che plana su Londra con il suo ombrello nel film Mary Poppins
L'imagine iconica della Statua della Libertà nella scena finale del film Il pianeta delle scimmie
La linea ferroviaria della città nel film La stangata
La vista di Los Angeles distrutta nel film Terremoto
Il tunnel del laser della Morte Nera nel film Guerre stellari
Il quartier generale della Flotta Stellare nel film Star Trek
La scena finale del magazzino governativo segreto nel film I predatori dell'arca perduta
La scena dell'inseguimento di Batty e Deckard nel film Blade Runner
La vista sulla nave spaziale schiantata nel film La cosa
La vista della torre dell'OCP nel film Robocop - Il futuro della legge

Peter Ellenshaw's "Spartacus" matte painting

lunedì 10 dicembre 2012

Matte Kudasai

L'album "Discipline " del 1981, per i King Crimson, rappresenta un salto dal progressive rock (abbandonato con "Red" del 1974) alla musica elettronica e new wave degli anni '80.
"Matte Kudasai", in giapponese "Aspetta, per favore", è una ballad nascosta e poco nota, una gemma in un lavoro votato alla consueta ricerca e sperimentazione spesso estrema (una costante per il leader Robert Fripp), una piccola oasi di pace, che a distanza di trent'anni ancora dona una sensazione di sollievo agli impavidi esploratori dell'universo della Musica. 



domenica 9 dicembre 2012

Manga

I caratteri kanji corispondenti alla parola "manga"
"Manga" è un termine giapponese che indica in Giappone i fumetti in generale, mentre nel resto del mondo viene usato per indicare "storie a fumetti giapponesi".
In Giappone i manga non rappresentano un genere o uno stile, ma sono chiamati così i fumetti di qualsiasi target, tematica ed anche nazionalità, poi eventualmente distinta in "Nihon no manga" ("fumetti giapponesi"), "Itaria no manga" ("fumetti italiani"), e così via.

«Fumetto e manga sono uguali, i fumetti sono fumetti. Si vuole distinguere il manga, però il manga è fumetto: lo stile è soltanto un po' diverso, però io non trovo tanta distanza »
(Keiko Ichiguchi sulla differenza fra fumetto occidentale ed orientale)

Al di fuori del Giappone, il termine manga è invece usato per indicare semplicemente i fumetti giapponesi, anche se poi la loro diffusione nel resto del mondo ha fatto sì che alcune convenzioni grafiche del manga siano divenute col tempo così caratteristiche da influenzare in parte lo stile del fumetto anche all'estero, portando alla nascita di opere similari in Sud Corea con i "manhwa" e in Cina, Taiwan ed Hong Kong con i "manhua". In Francia nacque addirittura "la nouvelle manga", cioè una corrente fumettistica che lega insieme le bande dessinée (fumetti franco-belgi) con gli stessi manga; negli Stati Uniti venne coniato il termine "Amerimanga", per indicare i manga statunitensi.

Il termine "manga" significa letteralmente "immagini libere", "immagini stravaganti". Fu inizialmente usato alla fine del XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro d'illustrazioni "Shiji no yukikai" di Santō Kyōden, e il "Manga hyakujo" di Aikawa Minwa, entrambi del 1798. In seguito fu anche usato dal famoso artista giapponese Hokusai nell'Hokusai manga del 1814.
Rakuten Kitazawa fu, invece, il primo disegnatore ad utilizzare la parola manga ottenendola dagli ideogrammi "man" cioè libero, stravagante e "ga" immagine che però viene tradotto nel suo attuale significato di fumetto.
Altri termini utilizzati per indicare i fumetti giapponesi erano Tobae (da Toba, artista del XI secolo), Byooga (immagine disegnata), e Ponchie (da Punch, popolare rivista inglese).

Pagina Wikipedia sul manga

venerdì 7 dicembre 2012

Uran

Uran (nota anche come Astro Girl, Sarah o Zoran) è la sorella cibernetica Astro nel manga e nella serie anime Astro Boy creata da Osamu Tezuka. E 'un robot sovrumano con una personalità ingenua e da maschiaccio.

Osamu Tezuka, nato a Toyonaka il 3 novembre 1928 e deceduto il 9 febbraio 1989, è stato uno dei padri del fumetto e dell'animazione giapponese tanto che la sua prolificità, assieme alla versatilità nel proporre opere di generi diversi gli sono valsi il soprannome di "dio dei manga". Ha trascorso gran parte della giovinezza nella piccola città di Takarazuka, presso la quale sorge ora un museo in suo onore; in seguito ha conseguito una laurea in Medicina presso Osaka tuttavia, anzichè praticare la professione di medico, ha preferito dedicarsi al disegno e alla realizzazione di manga e anime esordendo nel 1946 e realizzando, da allora, numerose serie di successo.

AstroBoy scheda manga

Osamu Tezuka

giovedì 6 dicembre 2012

La musa Urania

Urania (dal greco antico Οὐρανία, Ouranos, «cielo») è una figura della mitologia greca, figlia di Zeus e di Mnemosine, musa dell'astronomia e della geometria.
Viene rappresentata vestita di un abito azzurro, coronata di stelle, mentre sostiene con le mani un globo che sembra misurare o avendo vicino a sé sempre un globo posto su di un treppiedi e diversi strumenti matematici. Fu, secondo Pausania il Periegeta, la madre del cantore Lino.
Secondo Catullo, fu la madre di Imene, il dio delle nozze, il cui padre era Bacco.

"Urania" è il titolo di un poemetto neoclassico scritto da Alessandro Manzoni tra il 1806 e il 1809; è anche il titolo dato dal poeta italiano Giovanni Pontano a un suo poemetto didascalico in latino il cui titolo completo è "Urania sive de stellis" ("Urania ovvero delle stelle").


mercoledì 5 dicembre 2012

Urania

Urania è una collana editoriale italiana di fantascienza. Nel 1952 la casa editrice Mondadori lancia con questo nome una collana di romanzi ed una rivista, ispirandosi per il nome a Urania, la musa dell'astronomia. La rivista (di racconti) finisce le pubblicazioni dopo soli 14 numeri, ma il nome rimane legato ai romanzi, che invece incontrano subito i favori del pubblico: il primo dei "Romanzi di Urania", Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke, esce il 10 ottobre 1952.

Nata per alternarsi ogni dieci giorni con la rivista (usciva il 10 e il 20 di ogni mese), la testata I romanzi di Urania esce inizialmente ogni decade poi, per un breve periodo, diventa settimanale (1955–1956) e quindi quattordicinale, finché nel 1957 prende il semplice nome di Urania. Rimane quattordicinale fino al n. 766 (1979), allorché ridiventa settimanale, con una tiratura mensile che arriva a sfiorare le 100.000 copie. Torna quattordicinale con il n. 896 (1981) fino al 2004, quando l'uscita diventa mensile. Sotto la testata di Urania viene altresì ripresa occasionalmente la pubblicazione di racconti brevi, sotto forma di antologie o in appendice al romanzo principale.

Il ruolo di Urania nella lettura fantascientifica degli italiani - malgrado una rigida programmazione editoriale dello sviluppo in termini di pagine che comportava tagli anche non indifferenti del testo originale - è considerato rilevante: molti autori come Isaac Asimov, Ballard, Dick e tanti altri furono pubblicati per la prima volta in questi libri dal cerchio rosso in copertina (la cui parte grafica è stata per lunghissimo tempo curata da Karel Thole). La distribuzione come rivista e non come collana, d'altronde, ha costantemente reso difficile l'accessibilità nel tempo alle opere ivi pubblicate, data la difficoltà di reperire i numeri arretrati, per i quali pure è fiorito un mercato dell'usato.

Dopo oltre 50 anni di storia, Urania è tuttora in edicola. La stessa pubblicazione, con l'enorme quantità di materiale pubblicato ha contribuito in modo decisivo alla conoscenza della fantascienza internazionale in Italia. La collana ha inoltre istituito dal 1989 un concorso letterario, il Premio Urania, per opere inedite di fantascienza italiana.

Il primo curatore di Urania è stato Giorgio Monicelli, fino al 1961. Monicelli abbandonò per dissidi con lo zio, Arnoldo Mondadori e per problemi di salute; la gestione rimase affidata per 12 numeri ad Andreina Negretti, in redazione dal 1958, fino all'avvento di Carlo Fruttero e poi di Franco Lucentini che affiancherà Fruttero dal 1964 e che la curarono per oltre un ventennio.

Nel 1985, superato da poco il millesimo numero, subentrò Gianni Montanari, il quale propose autori contemporanei e soprattutto eliminò le ristampe che erano contrassegnate dall'etichetta "I capolavori".

Dal 1990 in poi la collana è curata da Giuseppe Lippi, che ha collaborato a perseguire le modifiche delle linee editoriali.

*** Il blog di Urania

Fondazione

"Fondazione" (titolo originale "Foundation") è il primo romanzo della celebre "Trilogia della Fondazione", realizzata da Isaac Asimov negli anni Quaranta del secolo scorso come serie di otto racconti, e convertita in forma di romanzi nel corso degli anni Cinquanta.
I due romanzi successivi sono  "Fondazione e Impero" ("Foundation and Empire") "Seconda Fondazione" ("Second Foundation").

Altri romanzi sono stati aggiunti alla saga successivamente: sotto la spinta degli appassionati e dell'editore Asimov riprese in mano il ciclo e nel 1982 realizzò un seguito ai primi tre romanzi ("L'orlo della Fondazione", titolo originale "Foundation's Edge", e "Fondazione e Terra", titolo originale "Foundation and Earth"), per concludere con due prequel nel 1988 e nel 1992 ("Preludio alla Fondazione", titolo originale "Prelude to Foundation", e "Fondazione anno zero", titolo originale "Forward the Foundation").

I tre romanzi della trilogia originale sono noti in Italia anche con i titoli "Cronache della galassia", "Il crollo della galassia centrale" e ""L'altra faccia della spirale", utilizzati da Mondadori.
Nel 1966 La "Trilogia della Fondazione" fruttò ad Asimov il Premio Hugo per il miglior ciclo fantascientifico di sempre.


La storia dietro la Fondazione

martedì 4 dicembre 2012

Nostalgia di Gutenberg?

Allora, andate qui: Tipoteca Italiana.
Tipoteca è una Fondazione privata, con sede a Cornuda (TV), nata nel 1995 per valorizzare il patrimonio storico della tipografia italiana, inclusi gli archivi di disegnatori di caratteri, tipografi e artisti, annoverati tra i protagonisti della cultura grafica. Primaria attività pubblica della Fondazione è il Museo del carattere e della tipografia, dove vengono organizzati laboratori per le scuole e per tutti per gli appassionati.
Nella Tipoteca si respira la passione per il testo stampato e si percorrono secoli di storia della tipografia, da Gutenberg al computer.
Tipoteca Italiana, come mission, documenta e promuove gli aspetti storici, tecnici e culturali legati al progetto, al disegno e alla produzione di stampati.

Project Gutenberg


www.gutenberg.org


Project Gutenberg is the first and largest single collection of free electronic books, or eBooks. Michael Hart, founder of Project Gutenberg, invented eBooks in 1971 and continues to inspire the creation of eBooks and related technologies today.

Project Gutenberg Mission Statement
To encourage the creation and distribution of eBooks.


lunedì 3 dicembre 2012

Bibbia di Gutenberg

La Bibbia di Gutenberg o «bibbia a quarantadue linee» (B42) è il primo libro stampato in Europa con l'aiuto dei caratteri mobili. Nel 2001 è stata inserita dall'UNESCO nell'elenco delle Memorie del mondo.

Realizzata a Magonza tra il 1452 e il 1455 sotto la responsabilità di Johannes Gutenberg e dei suoi soci, Johann Fust e Peter Schöffer, la Bibbia di Gutenberg si compone di due volumi in folio di 322 e 319 fogli.
Riproduce il testo della Vulgata, la bibbia latina tradotta da san Gerolamo nel V secolo: l'Antico Testamento occupa il primo volume e una parte del secondo, che contiene anche tutto il Nuovo Testamento.
Una parte degli esemplari fu stampata su pergamena, un'altra su carta di canapa, importata dall'Italia.

Venduta per sottoscrizione, questa bibbia latina fu originariamente acquistata da istituzioni religiose, essenzialmente monasteri.
Su una tiratura di circa 180 esemplari, 48 si sono conservati fino al 2009, e alcune pagine sciolte si trovano in alcune biblioteche, come quella del museo Correr di Venezia o la biblioteca municipale di Colmar.
La maggioranza degli esemplari si trova in Germania.
In Francia, la Bibliothèque Nationale de France ne possiede tre copie su pergamena, e la Bibliothèque Mazarine una copia su carta.
In Svizzera, la fondazione Martin Bodmer espone permanentemente il suo esemplare vicino a Ginevra.

La Bibbia di Gutenberg è uno dei libri più costosi al mondo: il valore di un esemplare completo si aggira sui 10 milioni di dollari.

Genesi

Bereshit aleph, il primo capitolo della Genesi, scritto su un uovo.

Il Libro della Genesi (ebraico בראשית bereshìt, "in principio", dall'incipit; greco Γένεσις ghènesis, "nascita", "creazione", "origine"; latino Genesis; arabo ﺟﺍﻧﺰﻱ gānazī), comunemente citato come Genesi (femminile), è il primo libro della Torah ebraica e della Bibbia cristiana.

È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la sua redazione definitiva, ad opera di autori ignoti, è collocata al VI-V secolo a.C. in Giudea, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte . Nei primi 11 dei suoi 50 capitoli descrive la cosiddetta "preistoria biblica" (creazione, peccato originale, diluvio universale), e nei rimanenti la storia dei patriarchi Abramo, Isacco, Giacobbe-Israele e di Giuseppe, le cui vite si collocano nel vicino oriente (soprattutto Palestina) del II millennio a.C. (la datazione dei patriarchi, tradizionale ma ipotetica, è attorno al 1800-1700 a.C.).

Antico Testamento

Genesis, "Firth of Fifth"

"Firth of Fifth" è un brano dei Genesis, il terzo dell'album "Selling England by the Pound" del 1973.
Si tratta, a parere di molti, di una delle loro migliori composizioni, nonché di una delle più complesse e articolate nella melodia.


Il titolo della canzone è pressoché intraducibile, poiché si tratta di un gioco di parole, "Firth of Forth" è infatti la denominazione con cui viene comunemente indicato l'estuario del fiume scozzese Forth. L'assonanza tra "Forth" (il nome del fiume) e "fourth" (in inglese: "quarto") diedero origine al titolo sostituendo "fourth" con "fifth" (in inglese: "quinto").

Concepito inizialmente da Tony Banks come pezzo per solo pianoforte, venne in seguito riproposto nella sua versione definitiva e pubblicato nel 1973. Il testo venne steso, a partire da un'idea di Peter Gabriel, solo nelle ultime fasi della lavorazione del brano da Mike Rutherford e dallo stesso Banks.
In "Firth of Fifth" sono notevoli l'introduzione, per pianoforte, molto complessa per armonia, ritmo e melodia, e il lungo intermezzo strumentale, composto da tre assolo; il primo, eseguito da Gabriel al flauto, poi un assolo di Banks che riprende l'introduzione pianistica iniziale, introdotto da un fraseggio di pianoforte, ed infine quello di Steve Hackett in cui la chitarra è impiegata in uno degli assoli più celebri della musica degli anni settanta.
La sezione strumentale di pianoforte è composta da battute in 13/16 e 15/16 alternate ad altre in 2/4.
Nei concerti dal vivo il brano veniva spesso eseguito senza l'introduzione (come si può ascoltare in "Seconds Out"), in quanto Tony Banks pensava che il pianoforte elettrico che usava sul palco non rendesse giustizia al brano, in quanto mancante di dinamica.

giovedì 29 novembre 2012

Selling England by the pound

Selling England by the Pound è il quinto album del gruppo inglese dei Genesis, pubblicato nel 1973.

Il titolo dell'album (che in italiano si può rendere "vendesi Inghilterra un tanto al chilo") prende spunto da un manifesto del Partito Laburista inglese dell'epoca, che con tale espressione denunciava la "svendita" del Paese a meri interessi finanziari ed economici. Lungi dall'essere esplicitamente politicizzati, i testi di quasi tutto l'album sono vagamente incentrati sul tema, già caro soprattutto a Peter Gabriel, del conflitto ipocrita - nel subconscio inglese - fra austerità della tradizione e miserie contemporanee.

martedì 27 novembre 2012

New England

Autumn in New England, Maurice Prendergast.
Il New England (o, in italiano, Nuova Inghilterra) è una regione degli Stati Uniti situata nella parte nordorientale del paese. Insieme al Medio-Atlantico forma la regione censuaria del Northeast.
Si affaccia sull'oceano Atlantico ed è formata da sei stati: Maine,  New Hampshire, Massachusetts, Vermont, Connecticut, Rhode Island.
La città più popolosa del New England è Boston, che è pure il suo maggior centro culturale ed economico.
Il New England fu la prima regione degli Stati Uniti a definire una propria identità.
Originariamente abitata da popolazioni native, all'inizio del XVII secolo iniziò a ricevere i Padri Pellegrini, soprattutto appartenenti a minoranze religiose inglesi, che fuggivano dalle persecuzioni religiose in Europa. Nel XVIII secolo, quelle del New England furono le prime colonie britanniche nel Nord America a elaborare progetti per l'indipendenza dalla Corona, anche se la regione si opporrà alla guerra del 1812 contro il Regno Unito. Nel corso del XIX secolo, il New England giocherà un ruolo basilare nell'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, sarà la culla della letteratura e della filosofia americana e il primo luogo nel Nord America in cui si manifesteranno gli effetti della Rivoluzione industriale.
Per riferirsi ad un abitante del New England in inglese si usano i termini New Englander e Yankee.

lunedì 26 novembre 2012

New England Patriots

I New England Patriots, comunemente chiamati "Pats" negli Stati Uniti, sono una squadra professionistica di football americano con sede nella periferia di Boston. Attualmente milita nella NFL nell'East Division nell'American Football Conference. Gioca le partite casalinghe al Gillette Stadium a Foxborough, Massachusetts. La squadra ha cambiato il proprio nome, da Boston Patriots all'attuale, dopo il trasferimento di sede da Boston a Foxborough nel 1971. Nonostante il sobborgo si trovi a soli 35 km da Boston la società decise di onorare tutta la regione nel proprio nome anziché la singola città. Le maglie portano i colori rosso, bianco, blu e argento. Nel casco è raffigurato un volto umano di profilo che indossa un cappello a tre punte rosso, bianco e blu.

giovedì 22 novembre 2012

Up patriots to arms (Battiato-Pio)

Giusto Pio


Violinista, arrangiatore, compositore e pittore italiano nato a Castelfranco Veneto l'11 gennaio 1926, Giusto Pio ha collaborato con numerosi artisti pop italiani quali Franco Battiato, Alice (coi quali ha vinto il Festival di Sanremo 1981 con la canzone Per Elisa), Milva, Giuni Russo e altri. Ha curato gli arrangiamenti in studio e dal vivo nel periodo della svolta pop di Battiato, con il quale collaborava già negli anni '70, impartendogli anche lezioni di violino.
Recentemente ha festeggiato le sue 85 primavere con un libro fotografico con allegato il suo ultimo lavoro "Dolomiti Suite", che si innesta nel filone della musica colta contemporanea.
Discografia solista:

- Motore immobile (Cramps, 1978)
- Legione straniera (Emi, 1982)
- Restoration (Emi, 1983)
- Note (CBS, 1987)
- Alla corte di Nefertiti (Emi, 1988)
- Attraverso i cieli (Emi, 1990)
- Utopie (DDD, 1990)
- Missa populi (Artis Record, 1995)
- Le vie dell'oro (Fondazione Villa Benzi-Zecchini, 2000)

mercoledì 21 novembre 2012

Giorgione

L'Associazione Sportiva Dilettantistica Giorgione Calcio 2000 è una società calcistica italiana di Castelfranco Veneto (TV).
Deve il suo nome all'omonimo e famoso pittore castellano Giorgione.
Attualmente milita in Serie D, quinto livello del calcio italiano.
La squadra attuale, seppur fondata nel 2000, riprende lo stemma, i risultati e i piazzamenti del Giorgione Calcio nato nel 1911, il quale fu dichiarato fallito nel 2000 dal Tribunale di Treviso. La vecchia squadra militò nel secondo livello del calcio italiano negli anni venti e più recentemente, negli anni novanta, in Serie C2, toccando il suo punto più alto nella stagione 96-97 quando giunse 5° e perse la semifinale playoff per l'approdo in Serie C1.

martedì 20 novembre 2012

La tempesta - Giorgione

II dipinto noto col titolo La tempesta, realizzato entro il 1505 da Giorgione, è conservato a Venezia, alla Galleria dell'Accademia. E' stato dipinto direttamente con il colore, senza disegno preparatorio, ed è uno dei quadri più celebri del nostro Rinascimento. Una prova del procedimento pittorico adottato dal Giorgione si è rivelata soprattutto ad un'esame ai raggi x, che ha evidenziato alcuni "ripensamenti" in corso d'opera, e in particolare, la sostituzione di una precedente figura femminile nuda in basso a destra, con quella definitiva del giovane in abiti rinascimentali. La prima notizia che abbiamo del dipinto risale al 1530: esso è attestato da Marcantonio Michiel nella casa del nobile Gabriele Vendramin (che possedeva di Giorgione anche il Ritratto di vecchia e forse Le tre età dell'uomo) ed è definito «paesetto in tela cum la tempesta, cum la cingana ("zingara") et soldato>>.

Il soggetto, quasi incomprensibile, ha stimolato le più diverse interpretazioni. Protagonista è il paesaggio aperto su una natura magica e misteriosa in cui si manifestano poeticamente la sua forza e i suoi fenomeni. Nella scena le figure umane si inseriscono come elementi secondari e accidentali. Tutta l'immagine si concentra nell'attimo dello scoppio del fulmine, che trascolora e trasforma ogni elemento visibile. Ogni cosa assume un colore e un aspetto strano, irreale: l'acqua si oscura al passaggio dei nuvoloni densi di pioggia, gli edifici della città sullo sfondo s'illuminano nel bagliore improvviso e i muri emenano particolari riflessi. Le chiome degli alberi più lontani brillano come se la pioggia fosse già arrivata, bagnando le foglie. In primo piano, alberi, foglie, persino i sassi, perdono la loro consistenza, avvolti dalle ombre che s'insinuano per via del cielo improvvisamente oscurato. In quell'attimo tutto si trasforma in un'immagine di grande suggestione.

La Tempesta di William Shakespeare (Giorgio Strehler)


lunedì 19 novembre 2012

Giorgio Strehler

« … io so e non so perché lo faccio il teatro ma so che devo farlo, che devo e voglio farlo facendo entrare nel teatro tutto me stesso, uomo politico e no, civile e no, ideologo, poeta, musicista, attore, pagliaccio, amante, critico, me insomma, con quello che sono e penso di essere e quello che penso e credo sia vita. Poco so, ma quel poco lo dico… »
(Giorgio Strehler)

Giorgio Strehler (Trieste, 14 agosto 1921 – Lugano, 25 dicembre 1997) è stato un grande regista teatrale italiano.

biografia

piccolo teatro

venerdì 16 novembre 2012

Canzoni della Mala

Le canzoni della Mala sono un insieme di canzoni popolari che narrano le storie della malavita milanese, portate al successo da Ornella Vanoni dalla metà degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta; sempre a Milano questi brani ed altri erano interpretati da Nanni Svampa e i Gufi, e a Roma da Gabriella Ferri.
Le più conosciute tra queste canzoni sono quelle interpretate da Ornella Vanoni e ideate da Giorgio Strehler. Nel 1956 Strehler, in collaborazione con Dario Fo, Gino Negri, Fausto Amodei e Fiorenzo Carpi, si ispirò a vecchie ballate dialettali per scrivere queste canzoni che parlano di furfanti, spari, poliziotti, malfattori, carcerati, balordi e minatori; queste storie erano per lo più ambientate a Milano e talvolta cantate in dialetto milanese.
Strehler, per dare un certo mistero, affermò che si trattava di canzoni ritrovate in vecchi manoscritti.
Ornella Vanoni, cantando queste canzoni in teatro, enfatizzava l'interpretazione dei testi attraverso il look e i gesti. Tutto ciò contribuì a creare un alone di mistero e domande attorno all'identità della cantante.
Tra le canzoni, Hanno ammazzato il Mario, Ma Mi, La Giava Rossa, La Zolfara, Canto di carcerati calabresi, Senti come la vusa la sirena, Le Mantellate, Saint Lazare e Jenny delle spelonche, e altre eseguite dal vivo ed ora introvabili.

mercoledì 14 novembre 2012

Acquarello



Toquinho, chitarrista e cantante brasiliano di origini molisane, ebbe successo nel 1983 con l'album "Acquarello", scritto assieme a Maurizio Fabrizio e Guido Morra.

Sopra un foglio di carta
lo vedi il sole è giallo
ma se piove due segni di biro
ti danno un ombrello
gli alberi non sono altro
che fiaschi di vino girati
se ci metti due tipi
là sotto saranno ubriachi
l’erba è sempre verde
e se vedi un punto lontano
non si scappa o è il buon Dio
o è un gabbiano e va...

Acquerello

L'acquerello o acquarello (in inglese "watercolor painting") è una tecnica pittorica che prevede l'uso di pigmenti finemente macinati e mescolati con un legante, diluiti in acqua. L'acquarello è una tecnica popolare per la sua rapidità e per la facile trasportabilità dei materiali, che lo hanno reso la tecnica per eccellenza di chi dipinge viaggiando e all'aria aperta.
Il supporto più usato per questa tecnica è la carta che viene usata preferibilmente ad alta percentuale di cotone puro, in quanto la fibra lunga di questo vegetale non si modifica a contatto con l'acqua. La carta che si acquista in commercio si misura in grammi metro (peso di un foglio di 1 metro quadrato).
La stesura dell'acquerello può avvenire secondo tre tecniche distinte:
- per velature sovrapposte, le quali, oltre a conferire forza e tonalità al colore stesso, conferiscono al disegno preparatorio solitamente eseguito a matita leggera, la necessaria profondità pittorica utile alla rappresentazione dei volumi, delle ombre e della luce;
- pittura bagnato su bagnato, ovvero la stesura del pigmento colorato effettuata sul foglio di carta bagnato in - pittura bagnato su asciutto in cui il pigmento viene steso dopo essere stato disciolto con una quantità d'acqua sufficiente a farlo scorrere sul foglio asciutto.

Nella figura, un autoritratto ad acquerello di Paul Cezanne.

Approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Acquerello
http://en.wikipedia.org/wiki/Watercolor_painting

martedì 13 novembre 2012

Pat Metheny - Watercolors

Watercolors is Pat Metheny's second album, released in 1977.

The Allmusic review by Richard S. Ginell awards the album 4 stars and states: "Metheny's softly focused, asymmetrical guitar style, with echoes of apparent influences as disparate as Jim Hall, George Benson, Jerry Garcia, and various country guitarists, is quite distinctive even at this early juncture. Metheny's long-running partnership with keyboardist Lyle Mays also begins here, with Mays mostly on acoustic piano but also providing a few mild synthesizer washes.

Water Music


"Water Music" (in italiano "Musica sull'Acqua") è una collezione di movimenti orchestrali, spesso considerate tre suite, composte da Georg Friedrich Händel.
La prima dell'opera si tenne il 17 luglio 1717 in seguito alla richiesta del re Giorgio I, che aveva chiesto un concerto sul fiume Tamigi.
Il concerto fu eseguito da 50 musicisti che suonavano su una chiatta in prossimità della chiatta reale, da cui il re ascoltava con alcuni amici intimi, tra cui la duchessa di Bolton, la duchessa di Newcastle, la contessa di Godolphin, mad. Kilmarnock, e George Douglas-Hamilton, conte di Orkney.
Si dice che Giorgio I apprezzò tanto la musica che ordinò che i musicisti, sebbene fossero esausti, ne ripetessero l'esecuzione tre volte.

Deep Purple - Smoke on the Water

SHUT UP AND ENJOY THE MUSIC

╭∩╮(︶︿︶)╭∩╮

lunedì 12 novembre 2012

Smoking

Lo smoking è un tipo di abito completo da uomo.
Viene indossato esclusivamente di sera, vale a dire per tutte le occasioni che hanno inizio dopo le ore 18. Indossarlo prima è considerato un grave errore di stile, che diventa assolutamente imperdonabile la mattina. Lo si sfoggia per i cenoni di San Silvestro, nelle serate di gala e alle seconde teatrali (o anche alle prime teatrali se non si dispone del frac), dove viene indossato dal pubblico della platea e dei palchi, mentre per il loggione si usa l'abito scuro da sera con cravatta di seta elegante. Sempre per le rappresentazioni teatrali è l'abito d'uso per i professori d'orchestra quando non abbiano il frac. Lo s'indossa anche nei casinò. Non è un abito da cerimonia, quindi è inappropriato l'uso ai matrimoni (per i quali si può usare il tight) o altre cerimonie, meno che mai diurne.
Il termine "smoking" deriva dall'inglese smoking jacket ("giacca da fumo"). In origine si trattava difatti di una veste da camera che veniva indossata dagli uomini nelle stanze per fumatori, con lo scopo di preservare l'abito dall'odore del tabacco.
Fino al 1880 l’unico abito formale maschile da sera accettato era il frac, con la marsina a coda di rondine ed il farfallino bianco.
Negli Stati Uniti fece invece la sua prima apparizione nell’ottobre 1886 per opera del dandy Griswold Lorillard al Tuxedo Club nel New Jersey. Il circolo diede il nome all'abito, che oltreoceano viene appunto chiamato tuxedo (talvolta abbreviato in tux). Nel Regno Unito lo smoking è oggigiorno noto come dinner jacket ("giacca da cena"), mentre in Italia, durante il fascismo, il termine venne italianizzato in "giacchetta da sera".

mercoledì 7 novembre 2012

Emir Kusturica & The No Smoking Orchestra
Unza Unza Time

In the beginning at the boring time
Back in 1999
The man killed the line
Between punishment and the crime

On the planet earth
There was no more fun
No sex no drugs no rock'n'roll
All music turned to a fashion show

White man had british pop
And black man had soul
But no, not a drop of a blood
'cause video killed the rock'n'roll

And god said "oh my god!"
What's happened to the human being
What's happened to my lovely creature
They all become a cold machine
No more love no more power
Machine without gasoline
Wake up wake up crowd
Wake up from your boring dream

There is lighting
There is thunder
What's up with you i wonder
Lift your shoulders
Stamp your feet
Produce the extra protein
I'am gonna hit you hit you hit you hit you
Hit you with my rythm stick
So let there be light
Let there be sound
Let there be a music devine
It's unza unza unza unza time

White man had british pop
And black man had soul
No, not a drop of blood
'cos video killed the rock'n'roll

And god said "oh my god"
What's happen to the human being
Wake up wake up crowd
Wake up from your boring dream

There is lighting
There is thunder
What's up with you i wonder
Lift your shoulders stamp tour feet
Produce the extra protain
I gonna hit you hit you hit you hit you
Hit you with my rythm stick

So let there be light
Let there be sound
Let there be a music devine
It's unza uzna unza unza time

martedì 6 novembre 2012

Il tempo dei gitani

Il tempo dei gitani (Serbo: Дом за вешање = Dom za vešanje) è un film drammatico del 1988 diretto da Emir Kusturica, vincitore del premio per la miglior regia al 42º Festival di Cannes.
Girato a Belgrado e a Milano, il film racconta la storia di un giovane gitano, Perhan, che si trova nelle mani di un branco di malviventi nella Jugoslavia precedente alla dissoluzione della repubblica titoista. I protagonisti finiranno nell'ambiente della microcriminalità milanese.
Kusturica era partito con l'idea di realizzare un film sui Doukhobors, una minoranza russa che vive in Canada, ma cambiò idea dopo aver letto su un quotidiano che una famiglia di rom aveva venduto un neonato in Italia. Per sviluppare la storia il regista visitò per due mesi la comunità rom di Skopje (dove poi girò la prima parte del film) informandosi sulla cultura gitana e facendosi raccontare storie che poi utilizzò per scrivere la sceneggiatura. Durante questi sopralluoghi vennero anche selezionati 120 zingari tra i quali alcuni vennero scelti per interpretare ruoli importanti nel film. In particolare la nonna del protagonista, Baba, lo zio Merdzan e il vicino Zabit. Il protagonista Perhan invece è interpretato dal giovane attore che aveva già lavorato con Kusturica in Papà è in viaggio d'affari. Il film è stato recitato in lingua Rom.
Nel 2007 Kusturica ha messo in scena un'"opera punk" tratta dal film.
Le musiche sono di Goran Bregovic.
Il film ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes 1989.

sabato 3 novembre 2012

Gitanes

Gitanes (in francese "zingare") è una marca francese di sigarette.

Originariamente erano preparate con un tabacco scuro o brun (marrone), al contrario delle bionde; il nome fa riferimento alle zingare spagnole, le Gitane nomadi (una delle quali era la Carmen celebrata da Georges Bizet), come si può notare dalla grafica del pacchetto, essa rappresenta una "gitana" che suona il tamburello. Le scatole sono sempre state caratterizzate i colori nero, blu e bianco.

La distinzione tra lo stile attuale delle Gitanes Blondes e il classico stile delle Gitanes Brunes, che sono vendute entrambe in Europa: il classico tabacco delle Gitanes Brunes raggiunge il suo caratteristico e distintivo "bite" con un metodo di stagionatura del tabacco fire-flued, e un tipo di laminazione di carta "rice" che si differenzia dalla maggior parte delle sigarette. Il risultato è stato una sigaretta che ha un forte sapore ed un aroma caratteristico.

Le Gitanes Blondes sono disponibili, con filtro, light e regolare. Le Gitanes Brunes sono disponibili nelle versioni da 70mm, con e senza filtro.

La produzione recentemente è cessata in Francia, uno stabilimento è rimasto operativo nei Paesi Bassi. Ciò è dovuto principalmente alla crescita nel settore del tabacco dei prelievi imposti dal governo francese a seguito delle campagne salutiste, che ha spinto il prezzo delle sigarette francesi fino al livello di quelle provenienti da Stati Uniti, con una promozione più aggressiva di marchi come la Marlboro che ora prendendo la maggior parte della quota di mercato.

Le Gitanes Maïs (mais) sono realizzate con carta di mais dal caratteristico colore giallo. L'inusuale cartina mirava a interessare i clienti delle campagne francesi che, al pari dei contadini italiani, erano soliti confezionare le proprie sigarette utilizzando le foglie che avvolgono le pannocchie di granoturco.

Attualmente in America le Gitanes non vengono più distribuite, e per questo stanno diventando oggetto di culto.

I pacchetti di Gitanes sono stati progettati da Maurice Giọt. Lui rappresenta dei simboli spagnoli come il tamburello e la mantiglia. Durante la Seconda guerra mondiale, la zingara ballerina incarna il marchio, lei e il suo ampio vestito sono disegnati da Mollusons e ritoccate da Max Ponty, che in parte maschera la danzatrice in nuvole di fumo. Nel 1970, la linea della ballerina è rivista.

Fumatori Celebri

Slash
Alain Delon
Coco Chanel
Arsenio Lupin III
Albert Camus
Carmelo Bene
George Harrison
Jim Morrison
Luis Buñuel
Serge Gainsbourg
Tiziano Sclavi

lunedì 29 ottobre 2012

Utopia

Opera del letterato e politico inglese Thomas More (1478-1535).

"Utopia", secondo l'etimologia greca collegata da More a questo nome, significa "nessun luogo", e serve a indicare l'idealità dello Stato proposto dall'umanista inglese all'attenzione dei suoi contemporanei, al modo stesso della Repubblica di Platone, alla quale in parte si ispira. Tale fu il successo dell'opera, che rapidamente il nome proprio diventò nome comune, usato ancor oggi per designare un progetto che si distacca nettamente e criticamente da quella che è la situazione politico-sociale esistente. L'opera venne pubblicata nel 1516, e risente per un lato delle delusioni personali dell'autore, di fronte alle pesanti difficoltà da lui incontrate agli inizi della sua carriera politica e amministrativa, ispirate alla più disinteressata ricerca del bene comune e alla più rigida imparzialità: orientamento al quale non sarebbe mai venuto meno, benchè più tardi salisse fino ai fastigi della carica di Lord cancelliere del regno, e che lo avrebbe portato al contrasto insanabile con Enrico VIII e alla conseguente morte sul patibolo. Per un altro verso, l'Utopia è uno dei documenti più espressivi degli ideali filosofici dell'umanesimo inglese, che attraverso la mediazione di John Colet aveva assorbito, dell'umanesimo italiano, soprattutto la componente platonica sviluppata da Marsilio Ficino e dalla sua scuola fiorentina. Lo scritto si divide in due libri, nel primo dei quali More dà una rappresentazione fortemente critica delle condizioni politico-sociali dell'Inghilterra del tempo, mentre nel secondo descrive i lineamenti dello Stato ideale che appunto colloca nell'immaginaria isola di Utopia. Seguendo i moduli del dialogo platonico, l'autore immagina di riferire gli episodi salienti di una discussione avvenuta tra lui stesso, l'umanista Peter Gilles (al quale è dedicata l'opera) e uno straniero, Raphael Hythloday ad Anversa, qualche anno prima. Hythloday è un nome a chiave (riferito al greco, significa qualcosa come "l'ardente dialettico"), e il personaggio ha nel dialogo la funzione di esprimere le idee più polemiche e innovatrici dell'autore, mentre il personaggio di More esprime opinioni più moderate. Hythloday viene presentato a More da Gilles, che ne vanta le conoscenze vastissime in materia di usi e costumi stranieri, avendo egli viaggiato per tutto il mondo al seguito di Vespucci. More osserva che un uomo che ha accumulato tanta esperienza politica potrebbe metterla a servizio degli statisti, ma l'altro se ne schermisce, obiettando che "la maggior parte dei capi di Stato si occupano tutti più volentieri di cose militari che di buone imprese di pace ... e mettono molto più zelo a cercar come acquistare, bene o male, nuovi regni, che a ben reggere quelli acquistati": inoltre i principi non cercano consigli razionali e prudenti, ma solo consenso alla loro politica. Hythloday chiarisce il proprio punto di vista narrando di una discussione nella quale si trovò impegnato una volta alla tavola del cardinale John Morton, arcivescovo di Canterbury. Avendo un tale fatto l'apologia dell'applicazione della pena di morte ai colpevoli di furto, egli aveva obiettato che una tal punizione era troppo crudele, e nel contempo inefficace. Attraverso il discorso di Hythloday, l'autore enuncia una serie di considerazioni sull'origine sociale del delitto, e sulla necessità di razionalizzare e umanizzare le pene, di stupefacente modernità: l'esistenza di un gran numero di ladri, nonostante la severità delle pene, viene da lui spiegata infatti con le condizioni estremamente miserevoli in cui si trovano coloro che non sono più in grado di lavorare, o perchè resi inabili dalle conseguenze delle guerre ("costoro sacrificano le loro membra per il re e per lo Stato: ma poi la debolezza impedisce loro di riprendere il mestiere di prima, come l'età di impararne un altro") o perchè scacciati brutalmente dai loro campi per far posto ai pascoli, dai quali i nobili traevano guadagni maggiori, dato l'alto prezzo della lana. More è forse il primo scrittore politico a chiarire con tanta lucidità i termini di una rivoluzione economica che per l'Inghilterra dell'epoca ebbe un'importanza fondamentale: la conversione a pascolo della maggior parte delle terre coltivate. In questo senso Hythloday afferma che le pecore inglesi, un tempo così mansuete "cominciano a essere così voraci e indomabili da mangiarsi financo gli uomini, da devastare, facendone strage, campi case e città". D'altra parte, anche le pene andrebbero riformate: punire un furto con la morte, cioè con la medesima pena comminata agli omicidi, significa trasformare ogni ladro in un potenziale assassino. Si dovrebbe invece riabilitare i ladri col lavoro, facendoli vivere in mezzo agli altri, benchè sottoposti a certe misure che ne assicurino la sorveglianza. La conclusione del primo libro, comunque, è che "non è possibile distribuire i beni in maniera equa e giusta, o che prosperino le cose dei mortali, senza abolire del tutto la proprietà privata. Finchè dura questa, durerà sempre, presso una parte dell'umanità che è di gran lunga la migliore e la più numerosa, la preoccupazione dell'indigenza, col peso inevitabile delle sue tribolazioni". Qui si innesta, per occupare poi l'intero secondo libro dell'opera, la descrizione dello Stato razionale di Utopia, in cui appunto è stata abolita ogni forma di proprieta. Le città sono costruite con criteri razionali di suddivisione degli abitanti, secondo numeri fissi, e così avviene per le fattorie nelle campagne: tutti i cittadini, maschi e femmine, sono tenuti a lavorare sei ore al giorno: il resto del tempo sarà dedicato agli studi e a sani svaghi. In Utopia si pratica la rotazione del lavoro, per cui tutti sono tenuti, per esempio, a lavorare almeno due anni nelle campagne, salvo i magistrati e pochi intellettuali, che sono esentati dal lavoro manuale. Non esistendo proprietà, i cittadini si procurano senza denaro ciò di cui hanno bisogno, tenendo presente che basta loro ben poco, poichè le loro vesti sono rozze, ancorchè curatissime nella pulizia e i pasti vengono presi in comune dagli inquilini delle varie unità di quartiere in appositi alberghi. L'oro è considerato un metallo vilissimo, con cui si fabbricano catene per gli schiavi e contrassegni d'infamia.

Questo popolo così equilibrato e austero viene ovviamente molto controllato: i magistrati sorvegliano continuamente che nessuno si abbandoni alla pigrizia, le licenze sessuali al di fuori del matrimonio vengono represse con energia, e così i tentativi di viaggiare all'interno o all'estero senza il permesso dell'autorità: in compenso, si gode in quel Paese della più larga tolleranza in fatto di religione, essendone esclusi solo gli atei e i materialisti. Non stupisce che, nei secoli seguenti, il termine "utopia" abbia finito per significare soprattutto un complesso di ideali, di cui si escludeva a priori ogni possibilità di realizzazione.

domenica 28 ottobre 2012

Un uomo per tutte le stagioni

"Un uomo per tutte le stagioni" è un film del 1966 diretto da Fred Zinnemann, tratto dalla pièce teatrale di Robert Bolt, adattata per il cinema dallo stesso autore, vincitore di sei Premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e il miglior regista.
Il film è una realizzazione di austera ma elegante dignità sul conflitto di cui Thomas Moore, poi santificato dalla Chiesa, fu l'eroica vittima.

Titolo originale: "A Man for All Seasons"
Paese di produzione: Gran Bretagna
Anno: 1966
Durata: 120 min
Genere: storico, drammatico
Regia: Fred Zinnemann
Soggetto e sceneggiatura: Robert Bolt
Produttore: Fred Zinnemann
Cast: Paul Scofield (Thomas More), Wendy Hiller (Alice More), Leo McKern (Thomas Cromwell),    Robert Shaw (Enrico VIII), Orson Welles (cardinale Wolsey), Susannah York (Margaret More), Nigel Davenport (duca di Norfolk), John Hurt (Richard Rich), Corin Redgrave (William Roper).

venerdì 26 ottobre 2012

Ballata per 4 stagioni

"Primavera che sbocci fra i fiori e i colori
ed annulli nei raggi di un sole insicuro
l'umidore muschioso attaccato a quel muro
e le bocche gelate dei portoni di ferro

E cantando nel vento, più tiepida rendi
la pioggia d'aprile che accende di verde
le persiane e i cortili rende simili a laghi
a specchi di latta fra barattoli e stracci.

E l'amore tu porti innocente e distratto
come un magico frutto

Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo

E avanti all'estate che ti prende alle spalle
e non dà tempo per dire "Accidenti che caldo!"
che già ti rigiri nel tuo letto bollente
fra le lenzuola bagnate dai tuoi mille pensieri

E ben venga l'estate, col sole che picchia
a martello negli occhi e fa un cielo più basso
di un deserto di pietre dove ronzano mosche
in tondo senza alcuna ragione

E nascosti nell'erba mi hai dato l'amore
e il tuo primo dolore

Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo

E avanti all'autunno, così tenero e sfatto
come un volto di donna che ha dato ormai tutto
senza chiedere nulla, soltanto il bisogno
di esistere ancora nei sogni di un uomo

Ormai il nostro amore è come un bimbo malato
che non ha più respiro, non può esser guarito
singhiozza nel vento di un grigio novembre
che affonda pian piano in paludi di nebbia

E un ricordo soltanto anche se breve
i tuoi seni bianchi come la neve

Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo

E avanti all'inverno con le mandorle e i frutti
mangiati nell'ombra di una stanza proibita
fra l'odore dolciastro dei fichi seccati
e le paste di crema ormai tutte assaggiate

Mentre di là nella sala si gioca alle carte
coi volti infuocati ed i nasi paonazzi
e le bocche allargate a masticare canditi
e gli occhi annacquati dal vino bevuto

Ed io ucciso di noia sto a contare le ore
pensa un po' che Natale

Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo

Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo"

Ivan Graziani
Ballata per 4 stagioni

giovedì 25 ottobre 2012

Antonio Vivaldi, "Gelido in ogni vena"

Aria "Gelido in ogni vena", dall'opera "Il Farnace" di Antonio Vivaldi
Cecilia Bartoli, mezzosoprano
Orchestra "Il Giardino Armonico"

 

mercoledì 24 ottobre 2012

Vena

In anatomia si definisce vena quel vaso sanguigno che porta sangue dalla periferia del corpo al cuore.

martedì 23 ottobre 2012

Avena

E' uno dei cereali contenenti più proteine (fino al 17%) e meno carboidrati, ed è quello che contiene più grassi in assoluto. Se a questo aggiungiamo l'11% di fibre, otteniamo uno dei cereali con il più basso indice glicemico, che la rende particolarmente adatta per i diabetici.

È ricca di potassio e di vitamine del gruppo B.
 Tra le popolazioni del Nord Europa viene usata spesso per preparare zuppe e dessert (tra i quali ricordiamo il porridge, tipico piatto anglosassone realizzato con la farina d'avena), mentre in Italia è comunemente usata come foraggio per gli animali, specialmente per i cavalli, e molto meno per l'alimentazione umana.
Può essere consumata:
- in chicchi: facendola bollire può essere sostitutiva del riso, o può essere consumata come contorno per carni, oppure per insalate fredde;
- in fiocchi: si può consumare sia cruda che cotta, per produrre zuppe e dolci;
- la farina d'avena invece è adatta per prodotti da forno come biscotti, pane o altro, mescolata a piacere anche con altre farine.
L'avena viene usata inoltre per la produzione del whisky, una bevanda alcolica ottenuta dalla germinazione di cereali. Il Tennessee whisky, prodotto negli Stati Uniti (uno tra i primi Paesi produttori di avena), utilizza anche l'avena oltre all'orzo, la segale, e il mais.

Cristina D'Avena

Cristina D'Avena (Bologna, 6 luglio 1964) è una cantante, attrice e conduttrice televisiva italiana.

Ha inciso quasi 700 brani tra sigle (di cartoni animati, telefilm, trasmissioni televisive) e canzoni varie. Ha pubblicato 152 album (dal conteggio sono escluse le ristampe e determinate raccolte) e 74 singoli (di cui uno destinato esclusivamente al mercato francese, due promozionali e due rilasciati inizialmente come digital download); tra album e singoli, quindi, vanta oltre 200 pubblicazioni discografiche che, ad oggi, hanno venduto un totale di circa 6 milioni di copie.

All'età di 3 anni e mezzo esordisce cantando Il valzer del moscerino alla decima edizione della rassegna canora per bambini Zecchino d'Oro; il brano si aggiudica il 3º posto. Dopo l'esperienza allo Zecchino d'Oro, rimane all'Antoniano come componente del Piccolo Coro fino al 1976, ma continuerà a frequentarlo per altri 5 anni accompagnando la sorella Clarissa, nata 10 anni dopo di lei e anche lei diventata nel frattempo componente del coro.

Lo Zecchino d'Oro è la rassegna canora internazionale di musica per l'infanzia più importante del mondo ed è trasmessa in un apposito programma televisivo.

È considerato un evento che pian piano è divenuto parte del costume e patrimonio culturale italiano delle generazioni nate a partire dagli anni sessanta. Tale valore è testimoniato dall'attribuzione, nell'aprile 2008, della targa "Patrimoni per una cultura di pace", consegnata nel corso di una cerimonia organizzata dai Club e Centri UNESCO.

lunedì 22 ottobre 2012

Oh che bel castello!


Castello di Amboise

Il castello di Amboise sovrasta la valle della Loira presso la località francese di Amboise, nel dipartimento dell'Indre e Loira. Insieme ad altre strutture analoghe, è annoverato tra i Castelli della Loira.

Le fortificazioni iniziali risalgono al XIII secolo; le prime costruzioni significative del periodo successivo vi furono fatte erigere da Carlo VIII, che era nato e cresciuto ad Amboise.

La Cappella Saint-Hubert, sita all'esterno del corpo principale, è in stile gotico flamboyant e adornata da scene di caccia. L'architrave del portale d'ingresso è una rappresentazione dell'apparizione divina cui Hubert assistette durante una partita di caccia. Inizialmente parte integrante del corpo di fabbrica principale, oggi ne resta solo la cappella che contiene la tomba di Leonardo da Vinci.

L'ala detta "di Carlo VIII", anch'essa in stile gotico flamboyant, con gli appartamenti del Re e della Regina.

L'ala Luigi XII, in stile rinascimentale, che ospita appartamenti risalenti al XIX secolo.

Le due torri a chiocciola (Tour des Minimes in omaggio alla figura di San Francesco di Paola, fondatore dell'Ordine dei Minimi, che qui dimorò per ben 24 anni, essendovi stato chiamato dal Re Luigi XI e Tour Heurtault), percorsi coperti destinati a rendere facile l'accesso dei cavalli e dei carri dal livello della Loira fino al piano del Castello.

Sulle terrazze che sovrastano la Loira si trovano ampi giardini, che ospitano tra l'altro un busto di Leonardo e un mausoleo islamico dedicato ai seguaci di Abd el-Kader deceduti ad Amboise mentre quest'ultimo vi era rinchiuso.

Carlo VIII morì ad Amboise nel 1498, all'età di 28 anni, dopo aver battuto la testa contro l'architrave di una porta.

Luigi XII vi fece costruire una seconda ala, perpendicolare alla prima, in stile rinascimentale.

Francesco I vi trascorse l'infanzia e fece ristrutturare l'ala Luigi XII. Nel 1517 invitò Leonardo da Vinci ad Amboise, stabilendone il soggiorno nel maniero di Clos Lucé, situato nei pressi del Castello. Per mettere in comunicazione i due edifici venne scavato un tunnel sotterraneo. Leonardo visse ad Amboise fino alla morte, avvenuta nel 1519, e venne successivamente sepolto nella cappella Saint-Hubert.

Nel 1560 il Castello fu teatro della Congiura di Amboise, che diede l'avvio alle guerre di religione francesi. A partire da Enrico III i soggiorni reali si fecero via via più rari, e gran parte del Castello venne demolita nel corso del Primo Impero francese. Dopo la Restaurazione Luigi Filippo, ereditato il castello dalla madre duchessa di Orléans, liberò i bastioni preesistenti demolendo gli edifici attigui e ridiede lustro all'ala Luigi XII.

sabato 20 ottobre 2012

Il codice da Vinci

Il codice da Vinci ("The Da Vinci Code") è il quarto romanzo thriller dello scrittore Dan Brown, scritto nel 2003 e pubblicato in Italia nel 2004.
Il libro è un best seller internazionale, avendo venduto globalmente oltre 80 milioni di copie.
Dopo il grande successo del romanzo ne è stato realizzato un film diretto da Ron Howard e distribuito dalla Sony Pictures Entertainment, uscito in contemporanea nelle sale di tutto il mondo il 19 maggio 2006, dopo l'anteprima al Festival di Cannes 2006 il 16 maggio.

Sono state fatte numerose parodie de Il codice da Vinci, come "Il codice Gianduiotto", dato alle stampe nel maggio del 2006 dallo scrittore astigiano Bruno Gambarotta, "Il codice Stravinci" di Toby Clements, "Il codice, perdinci!", edito da Sperling & Kupfer, "Il codice Gattuso" del calciatore Gennaro Gattuso e lo spettacolo teatrale in chiave umoristica "Il Codice d'Avincio" di Denny Arrichiello. Lo stesso Riccardo Valla, autore della traduzione in italiano del romanzo originale, pubblicò una parodia dal titolo "Il coccige da Vinci", che ha anche vinto il Premio Italia.

venerdì 19 ottobre 2012

PIN

Il codice PIN (dall'acronimo inglese Personal Identification Number) è una sequenza di caratteri numerici usata solitamente per verificare che la persona che utilizza un dispositivo, ad esempio un telefono cellulare o un servizio, come un prelievo con carta bancomat, sia effettivamente autorizzata a compiere quella operazione in quanto proprietaria del dispositivo.

A inventare il PIN fu lo scozzese John Shepherd-Barron nel 1967, adottando un numero di quattro cifre poiché era la più lunga sequenza che riuscisse a ricordare sua moglie Caroline.