Le più conosciute tra queste canzoni sono quelle interpretate da Ornella Vanoni e ideate da Giorgio Strehler. Nel 1956 Strehler, in collaborazione con Dario Fo, Gino Negri, Fausto Amodei e Fiorenzo Carpi, si ispirò a vecchie ballate dialettali per scrivere queste canzoni che parlano di furfanti, spari, poliziotti, malfattori, carcerati, balordi e minatori; queste storie erano per lo più ambientate a Milano e talvolta cantate in dialetto milanese.
Strehler, per dare un certo mistero, affermò che si trattava di canzoni ritrovate in vecchi manoscritti.
Ornella Vanoni, cantando queste canzoni in teatro, enfatizzava l'interpretazione dei testi attraverso il look e i gesti. Tutto ciò contribuì a creare un alone di mistero e domande attorno all'identità della cantante.
Tra le canzoni, Hanno ammazzato il Mario, Ma Mi, La Giava Rossa, La Zolfara, Canto di carcerati calabresi, Senti come la vusa la sirena, Le Mantellate, Saint Lazare e Jenny delle spelonche, e altre eseguite dal vivo ed ora introvabili.
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