"Primavera che sbocci fra i fiori e i colori
ed annulli nei raggi di un sole insicuro
l'umidore muschioso attaccato a quel muro
e le bocche gelate dei portoni di ferro
E cantando nel vento, più tiepida rendi
la pioggia d'aprile che accende di verde
le persiane e i cortili rende simili a laghi
a specchi di latta fra barattoli e stracci.
E l'amore tu porti innocente e distratto
come un magico frutto
Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo
E avanti all'estate che ti prende alle spalle
e non dà tempo per dire "Accidenti che caldo!"
che già ti rigiri nel tuo letto bollente
fra le lenzuola bagnate dai tuoi mille pensieri
E ben venga l'estate, col sole che picchia
a martello negli occhi e fa un cielo più basso
di un deserto di pietre dove ronzano mosche
in tondo senza alcuna ragione
E nascosti nell'erba mi hai dato l'amore
e il tuo primo dolore
Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo
E avanti all'autunno, così tenero e sfatto
come un volto di donna che ha dato ormai tutto
senza chiedere nulla, soltanto il bisogno
di esistere ancora nei sogni di un uomo
Ormai il nostro amore è come un bimbo malato
che non ha più respiro, non può esser guarito
singhiozza nel vento di un grigio novembre
che affonda pian piano in paludi di nebbia
E un ricordo soltanto anche se breve
i tuoi seni bianchi come la neve
Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo
E avanti all'inverno con le mandorle e i frutti
mangiati nell'ombra di una stanza proibita
fra l'odore dolciastro dei fichi seccati
e le paste di crema ormai tutte assaggiate
Mentre di là nella sala si gioca alle carte
coi volti infuocati ed i nasi paonazzi
e le bocche allargate a masticare canditi
e gli occhi annacquati dal vino bevuto
Ed io ucciso di noia sto a contare le ore
pensa un po' che Natale
Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo
Ballata, ballata per quattro stagioni
ormai morte da tempo"
Ivan Graziani
Ballata per 4 stagioni
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