giovedì 30 agosto 2012
Germinale - Emile Zola
In mezzo all'aperta pianura, sotto un cielo senza stelle, nero d'un nero d'inchiostro, un uomo percorreva, solo, la strada maestra tra Marchiennes e Montsou; dieci chilometri di massicciata che si lanciava in linea retta attraverso campi di barbabietole. Quasi non vedeva dove metteva i piedi; e dell'immenso orizzonte piatto che lo circondava aveva solo sentore per le raffiche del vento di marzo: vaste raffiche che spazzavano la pianura come un mare; gelate da leghe e leghe di palude e di landa sulle quali erano passate. Non un profilo d'alberi sul cielo; diritta come un molo, la strada si protendeva in un buio impenetrabile allo sguardo.
Partito verso le due da Marchiennes, l'uomo camminava a passi affrettati, rabbrividendo sotto la giacchetta logora di cotone e le brache di velluto; impacciato da un pacco avvolto in un fazzolettone a quadri che si stringeva contro e mutava spesso di fianco per ficcare in tasca le mani intirizzite che la sferza del vento scorticava. Nel suo capo vuoto di operaio senza lavoro e senza tetto rimuginava un unico pensiero: la speranza che col sorgere dell'alba il freddo si farebbe sentir meno.
Camminava così da un'ora quando, a due chilometri da Montsou, scorse a sinistra, come sospesi a mezz'aria, rosseggiare tre fuochi, simili a bracieri che ardessero all'aperto. Subito esitò; poi, tant'è, non poté resistere alla tentazione di scaldarsi un momento le mani.
Il sentiero incassato che prese gli sottrasse i fuochi alla vista. Ora l'uomo aveva a destra una palizzata, una specie di paratia di grosse tavole che costeggiava una strada ferrata; a sinistra un argine erboso oltre il quale si distinguevano in confuso dei tetti: una borgata di case basse, uniformi.
Un duecento passi più in là, a una svolta, i fuochi ricomparvero; più vicini questa volta; ma, non fosse stato il vapore che li annebbiava, si sarebbero detti delle lune, e apparivano così alti sul cielo grigio da lasciare incerti di che si trattasse. L'uomo se lo chiedeva, quando un altro spettacolo lo arrestò. Era, a livello del suolo, una macchia massiccia, un tozzo agglomerato di edifizi, di dove si slanciava il camino d'una fabbrica. Vaghi bagliori uscivano dalle sudice finestre; fuori, cinque o sei smorte lanterne appese a travature annerite lasciavano intravedere di scorcio una fila di enormi cavalletti. E da quella apparizione fantastica, immersa nella notte e nel fumo, non saliva che un suono; il respiro lungo e affannoso d'uno scappamento che non si riusciva a vedere.
Ah, una miniera! Presentarsi? per sentirsi dire di no? L'uomo si sentì riprendere dall'avvilimento. Invece di dirigersi verso il fabbricato, si decise a salire sul terrapieno, sul quale ardevano, in bracieri di ghisa, i tre fuochi che aveva avvistati per primi e che servivano a far luce agli operai nel loro lavoro e a riscaldarli.
I terrazzieri dovevano aver finito il turno da poco, perché stavano sgombrando lo sterro. Già i manovali avviavano i trenini sulle rotaie che correvano sui cavalletti e presso ogni fuoco si scorgevano ombre umane occupate a ribaltare berline. [...]
mercoledì 29 agosto 2012
New York Mining Disaster 1941
Bee Gees, "New York Mining Disaster 1941" (1967)
In the event of something happening to me,
there is something I would like you all to see.
It's just a photograph of someone that I new.
Have you seen my wife, Mr. Jones?
Do you know what it's like on the outside?
Don't go talking too loud, you'll cause a landslide, Mr. Jones.
I keep straining my ears to hear a sound.
Maybe someone is digging underground,
or have they given up and all gone home to bed,
thinking those who once existed must be dead.
Have you seen my wife, Mr. Jones?
Do you know what it's like on the outside?
Don't go talking too loud, you'll cause a landslide, Mr. Jones.
In the event of something happening to me,
there is something I would like you all to see.
It's just a photograph of someone that I knew.
Hvae you seen my wife, Mr. Jones?
Do you know what it's like on the outside?
Don't go talking too loud, you'll cause a landslide, Mr. Jones.
Me and Mrs. Jones
Me and Mrs. Jones, we got a thing going on,
We both know that it's wrong
But it's much too strong to let it cool down now.
We meet ev'ry day at the same cafe,
Six-thirty I know she'll be there,
Holding hands, making all kinds of plans
While the jukebox plays our favorite song.
Me and Mrs., Mrs. Jones, Mrs. Jones, Mrs. Jones,
Mrs. Jones got a thing going on,
We both know that it's wrong,
But it's much too strong to let it cool down now.
We gotta be extra careful that we don't build our hopes too high
Cause she's got her own obligations and so do I,
Me, me and Mrs., Mrs. Jones, Mrs. Jones, Mrs. Jones,
Mrs. Jones got a thing going on,
We both know that it's wrong,
But it's much too strong to let it cool down now.
Well, it's time for us to be leaving,
Iit hurts so much, it hurts so much inside,
Now she'll go her way and I'll go mine,
But tomorrow we'll meet the same place, the same time.
Me and Mrs. Jones, Mrs. Jones, Mrs. Jones.
Osmosis Jones
Una serie animata parzialmente basata sulla trama del film, dal titolo Ozzy & Drix, venne trasmessa dal 2002 al 2004 all'interno di Kids' WB, lo spazio dedicato ai ragazzi del canale che sarebbe in seguito diventato "The CW". La serie era uno dei cosiddetti "cartoni del sabato mattina".
Osmosi
L’o., scoperta nel 1748 da J.-A. Nollet, può essere provocata da cause di natura termica (➔ termosmosi), di natura elettrica (➔ elettrosmosi), oppure dalla differenza di concentrazione fra due soluzioni di uguali componenti (al limite, fra una soluzione e il suo solvente). Si mette in evidenza con il semplice dispositivo illustrato in fig. (endosmometro di H.-J. Dutrochet ). Un vaso a contiene acqua e in esso è immersa un’ampolla b che è chiusa inferiormente con una membrana c, termina superiormente con un lungo tubo graduato d e contiene una soluzione di zucchero. La membrana è semipermeabile, cioè si lascia attraversare soltanto dalle particelle del solvente e non da quelle del soluto. Se inizialmente i due liquidi sono allo stesso livello, si constata poi che il livello della soluzione va salendo nel tubo: l’innalzamento è provocato dal passaggio di acqua attraverso la membrana e si arresta quando la colonna liquida h esercita sulla membrana una pressione idrostatica sufficiente a equilibrare la tendenza spontanea del solvente a passare da una soluzione più diluita a una più concentrata; questa pressione si dice pressione osmotica della soluzione. Sulla base dell’analogia di comportamento fra gas perfetti e soluzioni diluite, J.-H. van ’t Hoff propose per la determinazione della pressione osmotica π l’espressione: π=RTn/V, dove R è la costante dei gas perfetti, T la temperatura termodinamica, n il numero di grammomolecole della sostanza in soluzione e V il volume totale della soluzione. http://www.treccani.it/enciclopedia/osmosi/